Siamo ossessionai dal debito pubblico, ce lo propinano in tutte le salse ogni giorno spiegandoci che ogni nascituro si libera della placenta e dopo due secondi si trova sul groppone trentamila euro di debito che quasi quasi converrebbe restar dentro e non mettere neanche il naso fuori.
Ma la crisi che genera il debito privato è molto peggio. Soprattutto per piccole realtà aziendali come le nostre, che devono sbattersi sul territorio e cercare di dare il meglio in un regime di concorrenza spesso inquinato dall’opera dannosa di non professionisti e da un prodotto ostico come quello legato alla comunicazione.
Il tempo passato a soffermarsi su crediti sofferenti è tempo tolto alla produttività, su questo non si discute. Le piccole aziende non hanno uffici legali, non hanno un recupero crediti; e il tempo passato a “mendicare” gli onorari non è che si possa più recuperare in alcun modo.
E l’idea di dover ricorrere a decreti ingiuntivi per poche centinaia di euro è semplicemente raccapricciante.
Come pretendete che un territorio cresca, se non è normalità retribuire chi lavora?